Review of the new album in the blog "il diapason" by Alessandro Nobis
It's now 10 years since the release of the first recording for "Philology" label; now "milk." jazz trio (Roberto Pascucci, double and electric bass - Gabriele Petetti, piano - Ricky Turco, drums) return with eleven brand new compositions, ten by bassist Pascucci and "Hours By The Window" by Phil Gould-Mark King of british band Level 42 (nothing to do with Jazz, however great rhythm section and "perfect pop wizards").
It's very helpful for us jazz beginners to listen again the first excellent album trying to understand the evolution the trio developed through the years, because actually there it was: a more careful and deep search for melody ("No Redemption Without Attention"), a mostly acoustic sound; jazz music far from the interpretation of afro-american standards, original wide-ranging ballads close to more substantial compositions ("Heavy Metal Have Tender Heart", an "acoustic jazzrock" flavoured tune with a beautiful drums intro) and then a well-balanced, not invasive use of electronics.
In my opinion it's not correct to categorize trio's music, because it's about a distinctly european jazz music, influenced by musicians' background (also classical and contemporary classical music - for example, Pascucci studied with Stefano Scodanibbio...).
The atmosphere in "Drink Jazz, listen to milk!" is a little bit different: we can find stylistic sonic references to the best 70's electric jazz; the interplay is always of great level, Pascucci's compositions are enjoyable and only apparently "simple", we can listen synths as well as a "guitar-like-sounding" bass.
"Hours By The Window" in this sense helps to create new frontiers into milk's music; "Bittersweet" features two intense and significant bass solos underlined by Turco's brushes; "Aerobrain" brings us back very gladly to vintage electric jazz; then, evocative "Cinematic Mood" ' s Rhodes ostinato brings us to another ballad, milk.'s true trademark.
Hope we don't have to wait another 10 years for a new release, and still hope to see milk. live in concert as soon as possible.
Alessandro Nobis
A dieci anni dal disco d’esordio per la Philology il contrabbassista / bassista Roberto Pascucci, il pianista Gabriele Petetti ed il batterista Ricky Turco ovvero il “Milk Jazz Trio” tornano in sala d’incisione con undici nuove composizioni, dieci scritte dal contrabbassista Pascucci e una, “Hours by the Window”, composta da Phil Gould-Mark King, batterista della band inglese Level 42 (niente a che fare con il jazz, ma con una sezione ritmica formidabile e autori di un pop “perfetto”).
Utilissimo anche per noi neofiti del jazz riascoltare il primo ottimo lavoro per cercare di comprendere l’evoluzione che il trio ha sviluppato in questo lungo periodo, perché un’evoluzione c’è stata: una ricerca ancora più attenta e profonda della melodia (“No Redemption without Attention”), un suono prevalentemente acustico, jazz lontano dall’interpretazione di standards afraomericani, ballads originali di ampio respiro vicino a composizioni dai tempi più marcati (“Heavy Metal Kids have tender Heart” con una bella intro della batteria per un brano che profuma di “jazzrock acustico”) ed infine un uso della strumentazione elettrica pacato e mai sopra le righe. Etichettare la musica del trio in un qualsivoglia modo a mio avviso non è corretto: è jazz marcatamente europeo nel quale un ruolo importante lo gioca il background dei musicisti che hanno studiato anche profondamente la musica classica europea e contemporanea (ad esempio sapere che Pascucci è stato allievo di Stefano Scodanibbio la dice piuttosto lunga …) e che da queste ne sono stati inevitabilmente influenzati.
In “Drink Jazz, Listen to Milk” si respira un’aria un po’ diversa con riferimenti o piuttosto citazioni soprattutto sonore del miglior jazz elettrico tipico dei Settanta; l’interplay è sempre di gran livello, le composizioni di Pascucci sono estremamente godibili e apparentemente “facili”, appaiono strumenti come il Moog ed anche i suoni del basso assumono talora i connotati della chitarra. Detto dell’interpretazione strumentale di “Hours by the Window”, dei Level 42 – che contribuisce a creare nuovi confini alla musica del Milk Jazz 3 -, vi invito all’ascolto di “Bitter sweet”, pacata ballad con due espressivi quanto significativo solo di basso elettrico accompagnato alle spazzole da Turco, “Aerobrain”, un tema che ci riporta molto volentieri al miglior jazz elettrico d’annata ed infine la suggestiva “Cinematic Mood” con un’ostinato di Rhodes che introduce un’altra ballad, segno distintivo del Milk Jazz Trio.
Speriamo di non dover attendere altri 10 anni per il terzo disco, ed altrettanto ci auguriamo di poter fruire al più presto di una loro esibizione dal vivo.
Alessandro Nobis